“… le fonti scritte ci tramandano, riferendosi probabilmente a qualche fase della prima età del Ferro, il nome di un popolo che avrebbe abitato la zona, i Sarrhastes, le cui origini si confondono nel mito; essi sarebbero stati i primi a dare al fiume la sua attuale denominazione. Sia che fossero autocnoni, di stirpe opica o osca – secondo la tradizione greca – sia che avessero altra provenienza, è certo che queste genti dell’età del Ferro, che conosciamo per lo più attraverso il loro costume funerario, sfruttarono le enormi potenzialità agricole che offriva il territorio insediando i propri villaggi a ridosso del tracciato fluviale […] e svilupparono una società di forma complessa che vide l’emergere di una nobilitas composta probabilmente da contadini agiati, al tempo stesso agricoltori e guerrieri.
A questo stesso popolo si dovrebbe, secondo la tradizione riferita da Servio, anche la fondazione della città di Nuceria…
Nuceria sorgeva in una posizione geografica ed ambientale privilegiata perché dominava la valle e controllava strategicamente le vie naturali di transito.
[…]
Nel periodo di sua massima espansione il territorio di Nuceria dovette estendersi alla sinistra dell’odierno fiume Sarno almeno fino alle prime pendici montuose e comprese anche l’area di Stabiae, che le fu definitivamente annessa dopo la distruzione sillana nell’89 a.C., per ricompensarla della fedeltà dimostrata a Roma durante le guerre sociali e risarcirla delle devastazioni subite.“.
Estratto dalla pubblicazione “La valle del Sarno: uso del territorio e viabilità” di Elisa Esposito in “Nuceria Alfaterna e il suo territorio – Dalla Fondazione ai Longobardi” Volume 1, 1994, Aletheia Edizioni.